la storia

Nella Milano dell’immediato dopoguerra, una città in bilico tra la ricostruzione e le ombre del recente passato, la morte di un partigiano scuote gli ambienti antifascisti e le forze dell’ordine.

Presentato come un pericoloso sovversivo in uno scontro a fuoco con i carabinieri, il suo caso si rivela presto un enigma complesso, avvolto in una fitta rete di versioni contraddittorie, verità occultate e sospetti di oscure manovre politiche.

Alberto Schiavi, con il suo rigoroso metodo di ricerca storica, scava nei documenti dell’epoca, nelle testimonianze e nei bollettini ufficiali per portare alla luce un quadro ben più intricato.

“Trama Oscura” non è solo un’indagine su un fatto dimenticato, ma il ritratto di un’Italia lacerata, dove la guerra civile non è realmente finita e i confini tra giustizia, vendetta e insabbiamento diventano sfumati.

Un libro che, tra ricostruzione storica e narrazione investigativa, accompagna il lettore in un viaggio nel passato, svelando come alcuni misteri della Resistenza e del dopoguerra abbiano lasciato ferite ancora aperte nella memoria collettiva.

via triboniano 9

La palazzina di via Triboniano 9 ripresa con una ortofoto del dopoguerra. Quasi di fronte è visibile il sovrappasso pedonale sulla ferrovia nei pressi della Stazione Certosa.

IL VOLUME

i luoghi

LA SINTESI

Trama Oscura è un viaggio nel cuore di un enigma storico. Attraverso un’accurata ricerca documentale e un racconto avvincente, il libro esplora un tragico evento del dopoguerra milanese, portando alla luce dettagli dimenticati e possibili verità mai rivelate. Un’opera che mescola rigore storico e tensione narrativa, per offrire al lettore un’immersione totale nel mistero di una vicenda troppo a lungo ignorata.

Nell’estate del 1945, la città porta ancora le cicatrici della guerra appena terminata, ma tra le macerie e le celebrazioni della liberazione, avviene qualcosa di oscuro e di tragico: una sparatoria misteriosa che scuote il cuore della città con due morti scomode, mentre le versioni ufficiali si accavallano e si contraddicono.

Chi era davvero la vittima designata? Un eroe della Resistenza pericoloso per i nuovi equilibri politici o un pericoloso criminale? Chi aveva interesse a eliminarlo, e perché alcuni dettagli sembrano essere stati deliberatamente cancellati dai registri ufficiali?

In un intreccio di testimonianze contraddittorie, documenti sepolti e verità nascoste, Trama Oscura accompagna il lettore in un’indagine che va oltre il semplice resoconto storico. Cosa si cela dietro questo episodio dimenticato? Forse la verità è più complessa di quanto ci è stato raccontato.

Attraverso un approccio rigoroso, ma mai accademico, Alberto intreccia documenti, testimonianze e narrazione, costruendo racconti che uniscono precisione storica e tensione narrativa. Con Trama Oscura, ha voluto sollevare interrogativi su un evento poco noto della Milano postbellica, con la convinzione che ogni storia meriti di essere ascoltata, specialmente quelle che qualcuno ha cercato di cancellare.

L’AUTORE

Alberto Schiavi è un appassionato ricercatore di storie dimenticate, un osservatore attento della memoria collettiva e un narratore che ama dare voce ai dettagli trascurati dalla Storia ufficiale. Dopo una lunga carriera nel mondo della qualità aziendale, ha scelto di dedicarsi alla sua vera passione: riportare alla luce vicende che il tempo ha sepolto, ma che meritano di essere raccontate.

Attraverso un approccio rigoroso, ma mai accademico, Alberto intreccia documenti, testimonianze e narrazione, costruendo racconti che uniscono precisione storica e tensione narrativa. Con Trama Oscura, ha voluto sollevare interrogativi su un evento poco noto della Milano postbellica, con la convinzione che ogni storia meriti di essere ascoltata, specialmente quelle che qualcuno ha cercato di cancellare.

I NUMERI

Elenco dei nomi, propri e comuni, presenti nel libro per più di 10 occorrenze

Novelli186
carabinieri110
Pesce67
Milano63
partigiani48
guerra46
Concari43
fascisti43
Foggi43
Resistenza41
partigiano37
storia36
Busso35
pistola31
Triboniano30
Corriere27
Carabiniere25
fascista25
colpi24
liberazione24
memoria24
stampa23
l’appuntato21
vicebrigadiere21
comandante20
complotto20
caserma19
comando19
omicidio19
polizia19
ricercato19
militare18
salma18
Acqui17
brigadiere17
gappisti17
giornali16
governo16
transizione16
brigata15
cadavere15
Mantova15
Montevarchi14
partigiana14
Patrioti14
Sandra14
dopoguerra13
interrogativi13
ipotesi13
militari13
tedeschi13
Volante13
colpevole12
equivoco12
Saccone12
sequestro12
alleati11
conflitto11
fascismo11
stazione11

 

Le pagine sono 118, le parole 30.789.

I PERSONAGGI

LORENZO FOGGI, vicebrigadiere dei carabinieri

Nato a Terranuova Bracciolini (AR) il 2 giugno 1915, Lorenzo Foggi entra nell’Arma dei Carabinieri nel 1935. Partecipa alla campagna in Africa Settentrionale tra il 1940 e il 1941, servendo nel Gruppo Mobilitato dei Carabinieri Reali di Tripoli, esperienza per cui riceve la Medaglia Commemorativa “Libia”. Dopo aver frequentato il corso da sottufficiale, nel 1942 viene assegnato al Comando Carabinieri di Milano con il grado di Vicebrigadiere.

Durante l’occupazione nazifascista, tra il 1943 e il 1945, aderisce alla formazione partigiana “Gerolamo”, composta da circa 700 Carabinieri sotto il comando del Maggiore Ettore Giovannini. Partecipa ad azioni di sabotaggio e intelligence militare, contribuendo alla lotta di liberazione. Per questo, il Comandante Supremo Alleato gli conferisce il “Certificato di Patriota”.

Alla sua memoria viene concessa la Medaglia di Bronzo al Valor Militare, con la seguente motivazione:

“Nel procedere con graduato a fermo di pericoloso ricercato, proditoriamente fatto segno a numerosi colpi di pistola, cadde eroicamente nell’adempimento del dovere.”

SANTE BUSSO, appuntato dei carabinieri

Dalla lastra alla memoria:  M.A.V.M. all’App. Sante Busso – Stazione CC – Ponte San Nicolò –

APPUNTATO / SANTE BUSSO / MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALORE MILITARE / “ALLA MEMORIA” / NATO A CANDIANA IL 2 NOVEMBRE 1904 / NEL PROCEDERE CON SOTTUFFICIALE AL FERMO DI / PERICOLOSO RICERCATO, PRODITORIAMENTE DA QUESTI / FATTO SEGNO A NUMEROSI COLPI DI PISTOLA CHE LO / FERIVANO GRAVEMENTE IN TRE PARTI DEL CORPO ED / UCCIDEVANO IL SUPERIORE. CON SUPREMA ENERGIA / INSEGUIVA IL MALFATTORE E PUR ESSENDO STATO / RAGGIUNTO DA ALTRI DUE PROIETTILI, PRIMA DI / ABBATTERSI ESANIME AL SUOLO, LO FERIVA / MORTALMENTE AL PETTO COL TIRO PRECISO DELLA SUA PISTOLA. / CONSCIO DELLA PROPRIA FINE SI DICHIARAVA / SODDISFATTO DI DONARE LA VITA NELL’ADEMPIMENTO / DEL DOVERE, DOPO AVER VENDICATO LA MORTE / DEL SUPERIORE. / MILANO 11 AGOSTO 1945

CARMINE SACCONE, carabiniere

 

RENZO NOVELLI, partigiano

Nato a Marmirolo (MN) il 21 gennaio 1923, Renzo Novelli si unisce giovanissimo alla Resistenza, entrando nelle GAP sotto la guida di Giovanni Pesce. Dopo aver combattuto in Val d’Ossola, viene inviato a Milano per organizzare un battaglione partigiano.

Nel 1944, guida azioni di sabotaggio contro infrastrutture strategiche e operazioni di liberazione di prigionieri, riuscendo a formare un gruppo armato che si distingue per il coraggio e l’efficacia negli scontri con le forze della RSI. Tra le sue azioni più audaci, l’attacco a un reparto della Muti, che si conclude con la fuga dei fascisti e il rafforzamento del morale partigiano.

Durante l’insurrezione dell’aprile 1945, è in prima linea nella difesa delle fabbriche occupate dagli operai, contribuendo alla liberazione della città.

Onorina Brambilla (“Sandra”)

Nata a Milano il 23 agosto 1923, Onorina Brambilla, nome di battaglia “Sandra”, fu una delle poche donne comandante di formazione partigiana. Operaia alla Pirelli, dopo l’8 settembre 1943 entra nella 3ª GAP di Milano, partecipando ad azioni di sabotaggio e alla lotta armata contro i nazifascisti.

Nel 1944, diventa comandante delle staffette partigiane e prende parte all’insurrezione dell’aprile 1945. Arrestata, viene rinchiusa nel carcere di Bolzano, destinata alla deportazione in un lager, ma viene liberata poco prima della partenza.

Dopo la guerra, sposa Giovanni Pesce e dedica la vita alla memoria della Resistenza, attiva nell’ANPI e nella diffusione dei valori antifascisti.

GIOVANNI PESCE, comandante partigiano

Nato a Visone (AL) il 22 febbraio 1910, Giovanni Pesce cresce in una famiglia di umili origini e, giovanissimo, emigra in Francia, dove si avvicina agli ideali antifascisti. Nel 1936, si arruola nelle Brigate Internazionali e combatte nella Guerra Civile Spagnola contro il franchismo. Ferito e imprigionato dopo la sconfitta repubblicana, viene internato in Francia e successivamente estradato in Italia, dove subisce la sorveglianza del regime fascista.

Nel 1943, dopo la caduta del fascismo, aderisce alla Resistenza e diventa uno dei più noti comandanti delle GAP (Gruppi di Azione Patriottica), operando prima a Torino e poi a Milano. Sotto il nome di battaglia “Visone”, organizza azioni di sabotaggio, attacchi contro le forze nazifasciste e attentati mirati contro figure di spicco della RSI.

Durante l’insurrezione dell’aprile 1945, guida i suoi uomini nella liberazione della città. Nel dopoguerra, riceve la Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo contributo alla lotta partigiana.

Dopo la guerra, è attivo nella politica e nell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), dedicando la sua vita alla memoria della Resistenza. Milano gli ha dedicato una via, a riconoscimento del suo ruolo nella lotta per la libertà.

Muore a Milano il 27 luglio 2007, lasciando un’eredità di impegno civile e testimonianza storica.

ALCEO CONCARI, squadrista BB. NN.

Nato a Marmirolo (MN) il 3 agosto 1903. Ha avuto un passato segnato apparentemente dall’opposizione al regime fascista: tra il 1930 e il 1935, risultava nel Casellario giudiziario della provincia di Mantova come “ammonito politico”, una misura applicata ai sorvegliati per motivi di ordine pubblico e politico. Questa condizione lo sottopose a rigide restrizioni personali e lo espose a controlli costanti da parte delle autorità.

Nel gennaio 1942, gli venne restituita la patente di guida, che evidentemente gli era stata in precedenza ritirata.

Riziero Galli

Nato a Milano il 9 gennaio 1919, prende parte alla Seconda guerra mondiale come marinaio sull’incrociatore “Duca degli Abruzzi”, partecipando alle operazioni della 1ª Squadra Navale. Dal 1941 al 1943, è dislocato in Montenegro. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, riesce a sfuggire alla cattura tedesca e attraversa la Serbia, la Bosnia-Erzegovina e la Slovenia, tornando a Milano dopo tre mesi.

Grazie alla sua esperienza militare, si infiltra in un corso di spionaggio nazista a Rovereto, fingendo di collaborare con i tedeschi. Il suo rischio paga: riesce a smascherare un gruppo di spie fasciste infiltrate nella Divisione Garibaldi “Nannetti”, neutralizzando la minaccia.

Durante l’insurrezione dell’aprile 1945, comanda la 111ª Brigata SAP, composta soprattutto da operai dell’Alfa Romeo. Dopo la guerra, presta servizio nella Polizia prima di tornare alla vita civile.

Maresciallo Battaglia – Sottufficiale dei carabinieri, la cui firma appare su un documento compromettente ritrovato nell’ambulanza.

Madre di Novelli – Figura tragica, che vede il figlio improvvisamente colpito a morte e che cerca disperatamente di ottenere notizie sulle cause della disgrazia.

Gli agenti segreti alleati – Coinvolti indirettamente nella vicenda, nell’ambito della gestione della transizione politica.

Giovanni Pesce

Renzo Novelli

Lorenzo Foggi

Alceo Concari

Dove sono sepolti

Le ceneri dei corpi cremati di Giovanni Pesce e Onorina Brambilla sono tumulate in un medesimo colombaro nella Cripta del Famedio del Cimitero Monumentale di Milano

L’immagine riprodotta è quella di un monumento in onore del carabiniere a Montevarchi

IN COMPLETAMENTO